Scrivere
di se stessi non è facile, in quanto capita normalmente di auto
celebrarsi, soprattutto per un’artista.
Ho
dedicato la vita alla musica come direttore d’orchestra, compositore,
insegnante poi direttore del Conservatorio B. Maderna di Cesena
(per questa mansione sono da alcuni anni finalmente e felicemente
in pensione).
Mi
è capitato frequentemente di dover leggere biografie e “curricula”
di musicisti d’ogni tipo.
Ho
studiato qui e là, sono stato allievo di Tizio o Caio, ho
fatto questo, sono stato bravo in quello, ho partecipato al
concorso tale, ho vinto il talaltro e via dicendo.
Erano
normalmente auto referenziali, talvolta stupefacenti per fantasia e
megalomania, fino a rasentare il paradosso temporale dell’assurdo (uno
affermava di aver tenuto un concerto a Parigi in una sala, però chiusa
da decenni).
Tutto
questo nel tentativo, compiuto anche in buona fede, di sembrare quello
che non si è ed impressionare positivamente il lettore.
Dopo
poche righe tralasciavo, annoiato dai soliti luoghi comuni e rinviando,
ove possibile, ad un incontro diretto per poter trarre anche solo un
superficiale giudizio della persona.
Di
conseguenza, forte del precetto “non fare agl’altri quello che non
vorresti fosse fatto a te” ridurrò all’essenziale la mia biografia
e l’apologia in generale.
Buona
consultazione e, per gli addetti ai lavori,
73
de iz4apt
TFA da
Giovanni
.’.
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